Casa Bergamasco

via Morone 2, Milano

Gaetano Besia (1791-1871), nella prima metà dell’800, aggiunse al palazzo di originaria struttura rinascimentale – di cui ancora sussiste il bel cortile del XVI secolo a colonne architravate – la facciata e le altre parti neoclassiche, su commissione dei nobili Seufferheld che avevano acquistato l’edificio dai marchesi Passalacqua. Successivamente l’edificio fu di proprietà di Massimo d’Azeglio, che lo abitò con la moglie Giulia, figlia di Alessandro Manzoni, ricevendovi letterati, artisti, dame, intellettuali e, pare, anche cospiratori e patrioti. Primo ministro piemontese, letterato e artista, il d’Azeglio fu autore di importanti biografie dell’Ottocento italiano, oltre che di movimentati romanzi storici (Ettore Fieramosca, Niccolò de’ Lapi) ma anche di romantici paesaggi ad olio.


La facciata della casa è a due soli piani, con bugnato di muratura intonacata liscia in quello inferiore, e presenta al centro un portale arcuato, profilato a sguscio, chiuso in serraglia da una grande testa leonina, con ai lati finestre ad arco, ad inferriate in ferro battuto. Il piano superiore, a finestre rigidamente neoclassiche, è chiuso in sommità da un cornicione dorico a triglifi. Il cortile presenta un portico architravato lungo il lato d’ingresso con colonne toscane di serizzo e soffitto piano di legno ed è ciò che resta dell’originaria costruzione cinquecentesca. Dal sottoportico due scaloni conducono all’appartamento padronale. Sul lato opposto all’ingresso, dall’apertura in asse con il portale, si intravede il giardino retrostante. Passato poi alla famiglia Marchetti e quindi alla famiglia Bergamasco, anche questo palazzo nell’agosto del ‘43 ha subito gravi danni dalle incursioni aeree.


Con la prospiciente casa del Manzoni, cui è legata dalle simili proporzioni e dall’identica successione degli spazi (androne, cortile, locale passante, giardino) forma un bellissimo esempio di unità architettonica, memoria di una sensibilità urbanistica che Milano sembra aver dimenticato da molti decenni.


Ore 16:00 Concerto di musiche popolari argentine de “I Balurdos”.


A lato del cortile, nei locali delle ex scuderie, la Galleria Bolzani proporrà l’installazione “1994 / 2012 Cortili Storici appesi a un filo” con l’esposizione dei libretti delle passate edizioni dei Cortili aperti comprese le edizioni di Bergamo, Brescia, Pavia e Crema.

Info point durante la giornata a Palazzo Belgiojoso.
http://www.adsi.it/index.php?link=dettaglio_cortiliaperti&id_ca=6